"I consultori familiari in questi quarant’anni si sono posti a fianco delle famiglie con l’attitudine del buon samaritano, aiutandole ad attraversare le numerose sfide che hanno contrassegnato l’attuale cambiamento d’epoca."

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I consultori iniziano la loro storia come luoghi di accompagnamento e sostegno alla vita familiare, nella dimensione della coppia, della genitorialità e delle dinamiche educative. L'obiettivo principale è quello di sostenere le relazioni familiari nelle transizioni critiche di sviluppo. Lo sguardo è da sempre puntato sulle famiglie, spazi di crescita e sviluppo delle persone nei loro contesti di vita, nella prospettiva di una società accogliente. Oggi di questo impegno cosa è possibile dire?

Come mai in precedenza lo scenario entro cui si collocano i consultori familiari è caratterizzato da molteplici sfaccettature, contrastanti, polarizzate, terreno di incontro e di confronto tra sistemi valoriali diversificati, aspirazioni e motivazioni che esprimono incertezza, cambiamento e trasformazione? In questo contesto culturale, la pandemia si è inserita in modo dirompente, portando in emersione con prepotenza aspetti che sono parte di un mutamento in atto da tempo e che si sono acuiti a fronte dell'impatto dell'emergenza sanitaria. Equilibri già precari non hanno più trovato punti di stabilità, solitudini familiari si sono acuite, vulnerabilità, solitudini e fragilità hanno mostrato il lato più profondo.

In particolare, tutto il mondo delle relazioni familiari è stato investito dall'ondata della crisi e se in primo tempo l'impatto si è abbattuto sul mondo degli anziani e sgomento e disorientamento hanno assalito gli adulti, in un secondo tempo l'urto ha coinvolto anche i più giovani. Insomma, sotto stress è stato posto l'intero tessuto relazionale. Così anche la richiesta di aiuto da parte dei ragazzi, dalla fine del 2020 ad oggi, è aumentata. Ciò che però è da sottoporre ad attenzione non è solo l'incremento quantitativo delle domande, ma anche quella di essere accolti in presenza all'interno dei consultori.

Allora, la domanda che si impone assume profondità e non è solo da riferire all'assenza di risposte rispetto all'emergenza, ma dichiara un'urgenza nella ricerca di luoghi relazionali sicuri e solidi.

Tutto il sistema relazionale sperimenta una tensione che sollecita la fiducia nella rete di relazioni in grado di sostenere e di supportare la crisi. Nella sfida dell'accompagnamento, le persone domandano un ascolto diretto e concreto e pure capace di offrire una prospettiva di significato.

Si tratta di una sofferenza che coinvolge costantemente anche gli operatori con la loro capacità di osservare, ascoltare e accompagnare le famiglie. Nell'azione educativa quotidiana e nelle finalità espresse dai consultori s'intrecciano le dimensioni della testimonianza, dell'accoglienza e della capacità di ascolto che rappresentano quasi un mito di fondazione dei consultori. L'ascolto che si esercita in consultorio è capacità di 'trattare' le domande; tuttavia, senza ridursi ad un processo metodologico, ma da precisare come un ascolto che restituisce 'competenza' a chi chiede aiuto; un ascolto che consente, anzi promuove, la narrazione delle storie singolari e vere di vita. La domanda consultoriale sempre più si connota come domanda che cerca il senso. Gli interrogativi espressi nei consultori sono raccontati ed interpretati nelle loro dimensioni più qualitative. Un 'racconto' della domanda che non viene schiacciato o compreso in percentuali numeriche, ma che supera, va oltre le etichette ed i grafici con i suoi volti, i gesti, le sue emozioni, le sue risonanze ed i suoi silenzi, per comunicare un mondo interno e soggettivo, inespresso e tante volte inesprimibile. I racconti comunicati ed ascoltati nell'incontro in consultorio costituiscono un' 'esperienza riflessiva' condivisa dalla persona e dall'operatore, per la quale occorrono disponibilità adeguate alla complessità del reale, profondità per coglierne la qualità senza rischiare semplificazioni o riduzionismi. Il processo in gioco apre spazio per accogliere e trasformare insieme alle persone e alle famiglie storie devianti in storie differenti. L'ascolto attento e competente offerto nei consultori familiari allora può contribuire decisamente a riarticolare il discorso e la conversazione familiare. Per il prossimo futuro è urgente riconoscere la necessità di 'ridare parole alla famiglia'. Si tratta in buona sostanza di togliere la famiglia del nostro tempo dalla solitudine e dalla 'spirale del silenzio'. Riabilitare il dono della parola ed aiutare a verbalizzare emozioni e valori è la strada maestra della consulenza familiare e l'inizio di ogni percorso autenticamente terapeutico.

Perciò, accogliere la domanda formulata dalle persone è fase raffinata e preziosa; in questa si prende in esame non solo il problema presentato dalla famiglia o dai suoi membri, ma anche l'intero sistema familiare in cui il problema si è manifestato e attraverso una lettura ampliata dei bisogni e delle risorse che possono essere messe in gioco per una risposta più qualificata, la famiglia stessa si fa protagonista.

In questo modo si promuove il benessere di tutta la rete relazionale della persona. Il soggetto a cui è destinato il servizio non è l'individuo, ma un soggetto con la rete delle relazioni in cui è inserito e delle risorse di cui è portatore, innanzitutto quelle famigliari, che rappresentano il primo 'produttore' di benessere delle persone.

Quindi i consultori sono servizi in cui la domanda viene elaborata in termini di autonomia e di promozione delle relazioni familiari e comunitarie.

Non solo: le diverse figure professionali assicurano molteplici e diversi sguardi e sensibilità, accomunati dalla necessità di rendersi disponibili, cioè predisporsi, ad un ascolto adeguato alla complessità della realtà e delle relazioni, capaci di interrogarsi e condividere significati. La domanda di oggi è domanda di desiderio che va acceso oltre il bisogno. Quest'ultimo mal sopporta il futuro, ed attiva la ricerca di soddisfazione estinguendo la carenza, laddove il desiderio si alimenta di futuro e si estingue nel presente il servizio consultoriale, quindi, rappresenta un luogo capace di suscitare fiducia, di proporre interventi parziali che sono il frutto di un pensiero forte; il pensiero elaborato da un'équipe, da un gruppo non sopraffatto dalla complessità, ma interessato alla laboriosità delle situazioni.

In questo processo i consultori sono luoghi in cui gli operatori sviluppano un'attenzione di accoglienza e d'ascolto, spazi in cui aver cura delle famiglie, che significa aver cura dei soggetti capaci di 'generare mondi'.

LIVIA CADEI
Presidente Confederazione dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana

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