Una presenza importante nel modo dei Consultori e del servizio alle famiglie quella di Pantaleo Nestola (Leo per tutti). Dagli albori del mondo confederale, Leo c’è stato sempre, con i suoi modi signorili, il suo sguardo attento sui bisogni, le sue proposte costruttive. Da tanti anni era Presidente della Federazione Lazio, curandone tutti i consultori appartenenti con sollecitudine paterna. E sono state tante le lacrime proprio dai rappresentanti dei consultori laziali, oggi pomeriggio, durante il momento di preghiera che si è tenuto per lui e che ha visto riuniti i membri del Consiglio Direttivo, i Presidenti delle Regioni italiane e i Presidenti e Direttori dei consultori laziali.
È stata ricordata la sua politica “del cantiere”, per cui c’era sempre qualcosa da progettare, qualche crepa da ritoccare e colonna da puntellare, il suo soccorrere senza tregua i consultori che avevano difficoltà. Commosse le testimonianze degli amici di sempre, compagni di tante battaglie. «L’ho conosciuto al primo convegno nazionale della Confederazione nel ’78 – racconta Giuseppe Grieco, presidente della Federazione Basilicata – Da quel giorno ogni volta che abbiamo avuto modo di incontrarci in Confederazione per lui ero quello del ’78 quasi a rimarcare non solo la nostra età ma soprattutto il nostro servizio pioneristico».
Anni e anni nel Consiglio Direttivo nazionale, oggi membro della Commissione Organizzativa, del Collegio dei Probi Viri e rappresentante del Forum delle Famiglie presso la Confederazione, di recente era entrato a far parte anche del Consiglio Direttivo del Forum delle Famiglie. Tenace – continua Grieco – la sua «forte determinazione a dare impulso e sostegno alle attività della Confederazione (presenza nel Forum, tessitura dei rapporti tra le Federazioni, vicinanza ai nuovi consultori, ecc.)».
Qualsiasi cosa si organizzasse, Leo non mancava mai. Ed era sempre accompagnato dalla sua Ida, moglie e compagna di impegno. Davvero a Leo si appropriano le parole che don Mario Camborata oggi, guidando la preghiera, ha sottolineato: “La morte non è scomparire”.
Lo salutiamo con le parole del Presidente della Federazione calabra Raffaele Cananzi, anche lui uno di “quelli del ‘78”: «Ci mancherà il suo sorriso rassicurante. Ci mancheranno le sue chiamate telefoniche quando ci sapeva esposti a qualche occasionale ambascia. Ci mancherà la sua interlocuzione suadente e puntuale in ogni nostro raduno. Ci mancherà l’intensità del suo credo nell’istituto della famiglia […] Ma lui non mancherà nella nostra mente e nei nostri cuori».
