Come tradizione, il giorno 8 settembre (solennità di Santa Maria Nascente) l’Arcivescovo Delpini ha presentato la proposta pastorale indirizzata alla diocesi ambrosiana per l’anno liturgico 2023-2024, dal titolo “Viviamo di una vita ricevuta”.
Nel testo che, come anticipa lo stesso Arcivescovo, incoraggia tutti ad assumersi la responsabilità della testimonianza e dell’accompagnamento educativo sui temi degli affetti, dell’accoglienza della vita, della pace e della “terza età”, richiamo e riconoscimento sono rivolti ai consultori di ispirazione cristiana.
A vantaggio delle nostre riflessioni, condividiamo di seguito una prima lettura del testo.
Con viva cordialità
Livia Cadei
VIVIAMO DI UNA VITA RICEVUTA
Per una lettura che comprenda la complessità e ricchezza di contenuti della “Proposta Pastorale” per l’anno 2023-2024 dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, bisogna partire dalle “Conclusioni”. È nelle ultime pagine del testo che l’Arcivescovo spiega che, a dispetto dell’intestazione, “più che una proposta pastorale questo testo è l’appello a prendersi le proprie responsabilità, a curare confronti e approfondimenti, a elaborare proposte pastorali coerenti”. Un “programma di lavoro”, lo definisce, con l’intento di “incoraggiare tutta la nostra comunità ad affrontare oggi e nel futuro i nodi decisivi del vivere e del vivere insieme”. Dove l’”affrontare” viene declinato nel “percorrere le strade dell’inquietudine e dello scoraggiamento per imparare a dialogare, per seminare speranza”.
Indicazioni e contenuti rivolti a tutta la chiesa e ai credenti, a partire da una riflessione sul Vangelo di Giovanni Gv 6,57), perché riconoscano di “vivere di una vita ricevuta” che “nella sua verità è vocazione”. Cioè: chiamata a “restituire umanità a tutte le persone che si vedono private delle condizioni più elementari di vita (..) perché crea legami sociali, scioglie nodi e conflitti latenti”.
Se già questa prima riflessione richiama in modo indiretto la realtà di servizio svolta dai Consultori Familiari d’ispirazione cristiana, in metà dei restanti paragrafi del testo i consultori di ispirazione cristiana vengono richiamati direttamente e con indicazioni dirette, esplicite ed operative.
Ma prima di farne una lettura più approfondita vale la pena soffermarsi su un “dettaglio” che costituisce una sorta di chiave di lettura delle riflessioni e delle “responsabilità da esercitare, confronti e approfondimenti da curare, proposte pastorali da offrire per questo tempo e per gli anni a venire”, contenute nei tre capitoli che seguono la riflessione citata. Nelle 30 pagine del testo di questi capitoli (La vita è dono d’amore e vocazione ad amare: l’educazione affettiva; La fedeltà, compimento dell’amore; Il dono della vita) il termine “accompagnare”, nelle sue diverse declinazioni e accezioni (concetto, azione, attività), viene proposto 14 volte.
Per i Consultori, anche se non solo, questa indicazione costituisce un riferimento - “raccomando soprattutto l’accompagnamento” - che va ben oltre la “cornice” pastorale entro cui il documento della “Proposta” è certamente primariamente inscritto.
In sintesi, le citazioni più dirette ed esplicite dei Consultori è articolata su questi tre “assi” di impegno:
⁃ In riferimento al “pieno significato e valore della sessualità” per “interpretare l’esperienza dell’amore e delle diverse sfumature dell’attrazione, sia verso persone di genere diverso sia verso persone dello stesso genere” i Consultori vengono indicati come “un particolare aiuto che la comunità cristiana si è data e nei quali può trovare “confronti, e formazione per genitori, educatori, insegnanti”; per questo i Consultori “sono chiamati a rileggere l’ispirazione cristiana nell’orizzonte della visione personalistica (…)” che implica “una condivisione di questa visione di vita”;
⁃ “Il ruolo dei Consultori familiari è da ritenersi strategico nell’orizzonte della vita di coppia secondo le prospettive” indicate dal Papa nella “Amoris Laetitia” rappresentando nelle sue diverse declinazioni - vicinanza alle coppie in difficolta, la mediazione familiare, la consulenza di coppia, l’accompagnamento personale - “opere benedette da Dio”;
⁃ Nella “disponibilità per le donne che vivono la maternità come un problema, per aiutare ad apprezzare il dono della vita, per creare le condizioni che rendono meno insopportabile il peso della solitudine e dello smarrimento, per evitare la tragedia dell’aborto”, ma anche nel “prevedere dinamiche concrete che sviluppino il desiderio della fecondità” viene riconosciuto che i Consultori offrono progetti “apprezzati e valorizzati”.
Si tratta di riferimenti e indicazioni che richiederanno approfondimenti e riflessioni che coinvolgano le comunità, ma altresì competenze ed esperienze, richiamate anche nella “Proposta”, che potranno dare contributi di arricchimento e sviluppo secondo quel “metodo sinodale” che viene raccomandato nella parte conclusiva della “Proposta”.
Livia Cadei (presidente CFC)
Aurelio Mosca (consulente Felceaf)